RASSEGNA STAMPA

IL MANIFESTO - Bufera su Manganelli

Roma, 18 novembre 2008

G8 Via al processo sul depistaggio della Diaz
Bufera su Manganelli E la destra lo scarica
"dobbiamo dargli una bella botta a 'sto magistrato"

Sara Menafra

Quando si parla di servizi segreti e forze dell'ordine non c'è modo di sottrarsi alle parole del presidente emerito Francesco Cossiga. Riprendendo la lettera a Repubblica con cui l'attuale capo della polizia ha promesso «chiarezza nelle sedi istituzionali sui fatti del g8», l'ex presidente ha scritto: «Manganelli ha ammesso che esistono fatti ancora ignoti, o peggio tenuti nascosti». Per poi aggiungere: «E' necessaria l'istituzione di una commissione di inchiesta sull'operato dell'ex capo della polizia Gianni De Gennaro, perché fu egli, secondo il significato complessivo delle dichiarazioni del dott. Manganelli, il responsabile massimo della gestione operativa di vertice in quelle giornate».
Il dibattito sulla commissione di inchiesta è andato avanti come nel copione di un film visto troppe volte. Il Pdl contrario, il Pd prima favorevole e poi silente.Di sicuro, le parole del capo della polizia non hanno convinto neppure l'avvocato Laura Tartarini che durante il processo sui fatti della Diaz rappresentava alcune parti civili: «Se davvero Manganelli pensa che sul G8 genovese esista un'altra verità avrebbe potuto dirla quando è stato convocato in tribunale come testimone». Le promesse del capo della polizia scazzottano non solo con la testimonianza resa durante il processo, il 2 maggio 2007, ma specialmente con le intercettazioni registrate dalla procura di Genova, che i lettori del manifesto hanno letto esattamente un anno fa e che tra pochi giorni saranno giudicate nel processo per falsa testimonianza in cui sono imputati l'ex questore di Genova, Francesco Colucci, e l'ex capo della polizia di stato Gianni De Gennaro. Il 25 udienza ci sarà la prima udienza preliminare e vale la pena di rileggersi tutto.
«Manganelli stamattina mi ha detto "bisogna dargli una bella botta a sto magistrato", dice mi ha accennato che già qualche d'uno sta pigliando delle carte non troppo regolari», erano le parole con cui, il 24 maggio 2007 Colucci commentava con l'ex capo della Digos genovese Mortola l'arrivo dell'avviso di garanzia nei suoi confronti. Durante il processo Diaz, l'ex questore aveva cambiato una testimonianza, spiegando che ad avvertire l'ufficio stampa del Viminale della perquisizione in corso nel dormitorio era stato lui e non il capo della polizia Gianni De Gennaro. Secondo le intercettazioni, e dunque secondo l'inchiesta ora a giudizio, quel particolare fu modificato su richiesta dell'allora capo della polizia. All'indomani di quella testimonianza, che la procura considera fasulla, Colucci aveva raccontato al telefono di aver parlato con il vice capo della polizia, che allora, era appunto Antonio Manganelli: «Fatto sta che ieri sera ho chiamato Manganelli. Dice... sei stato bravo è andato tutto molto bene», erano le parole di Colucci il 7 maggio 2007: «Poi stamattina m'ha chiamato il capo. Dice li hai sbranati, (il riferimento sembra essere sempre ai pm del processo Diaz, Enrico Zucca e Francesco Cardona Albini ndr) ». E il 25 maggio, il giorno dopo l'arrivo dell'avviso di garanzia: «C'erano il Capo con Manganelli, dice guarda non ti preoccupare perché qui dobbiamo fa un'azione comune e rompere il cazzo a sto cazzo di magistrato».
Secondo le spiegazioni del presidente emerito Cossiga, la commissione parlamentare d'inchiesta dovrebbe essere accompagnata da un intervento che blocchi i giudizi in corso sui fatti del g8, «e si deve anche rinviare il processo a carico dell'ex-Capo della Polizia, perché in esso possano essere acquisiti i risultati della Commissione parlamentare d'inchiesta». Il ministro dell'interno ha detto solo che lui le sentenze non le commenta. Non esattamente un applauso alla lettera del «suo» capo della polizia. E Fabrizio Cicchitto del Pdl ha bocciato l'idea di portare la vicenda in parlamento: «Per evitare di delegittimare sia il Parlamento che la magistratura. Oggi la sede che si sta occupando della vicenda è quella giudiziaria».
Quel che la lettera di Manganelli non ha chiarito, invece, è se il processo che parte la prossima settimana sarà l'occasione giusta per spiegare come sia andato l'affaire g8. E cosa significavano le intercettazioni che parlano dei suoi commenti sui pm della Diaz.